A Casa di Lucia | -21 AL NATALE: 5 DOLCI TIPICI E GOLOSI
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-21 AL NATALE: 5 DOLCI TIPICI E GOLOSI

La magia del Natale ci avvolge attraverso i colori degli addobbi, le luci dell’albero e i pastorelli del presepe ma è a tavola che avviene l’incanto, perchè è lì che si riunisce la famiglia. Le nostre case pullulano di persone che vogliamo bene mentre le strade pian pianino restano deserte. Profumi caldi e intensi riempiono le nostre cucine e le tavole s’imbandiscono di sapori e colori invitanti.

Si sa, il nostro “Bel Paese” è ricco di tradizioni culinarie e per il Natale è davvero difficile scegliere cosa preparare e condividere con la propria famiglia. E sappiamo anche che ogni regione italiana rispetta i propri piatti tipici che non possono e non devono mancare in tavola ma è anche divertente e curioso sperimentare ricette e tradizioni di altri luoghi diversi dai propri.

Per questo ho deciso di selezionare per voi cinque dolci tipici natalizi che custodiscono delle storie o tradizioni che ci avvicinano all’atmosfera e al significato del Natale. Chissà: li conoscete tutti?

Inizio dalla bisciola valtellinese (detta anche “pan di fich”), una bontà nata per caso, quando le truppe di Napoleone invasero il nord dell’Italia nel 1797. I soldati francesi si fermarono in Valtellina per una tappa, prima di proseguire con l’ultima fase della prima Campagna d’Italia. Napoleone chiese a un cuoco di preparargli un dolce con ingredienti e prodotti trovati in loco. Venne così creato un pane dal sapore rustico, ripieno di frutta secca come noci, fichi, uvetta da intingere nella grappa. Ad ogni morso si sprigiona tutto il gusto genuino della Valtellina.

Passiamo alle cartellate pugliesi che a Natale profumano le case pugliesi di anice, mosto cotto e cannella. Le loro origini non sono del tutto chiare e vengono da lontano. Secondo alcuni era una specialità preparata in Egitto esclusivamente per i faraoni. L’origine del termine cartellate è da ricercare nel greco kartallos, il cui significato più prossimo è quello di cesto. E, infatti, la tradizione vuole che la sfoglia sottilissima durante la frittura prenda la forma delle fasce di Gesù Bambino. 

Il tipico dolce natalizio della cucina bolognese è il certosino o Pan speziale a base di cioccolato, miele, mostarda bolognese, frutta candita, pinoli e burro. Il suo nome deriva dal fatto che nel medioevo era prodotto dai farmacisti (o speziali). Solo in un secondo tempo furono i frati certosini a occuparsi della sua produzione. Per gustarlo al meglio, il panspeziel andrebbe tagliato a fettine sottili, dello spessore di una tagliatella. Con ingredienti simili al Pan speziale, ma ancora più nutrienti (vengono aggiunte all’impasto nocciole, arachidi, mandorle, ciliege candite e cognac), il Panone di Natale è un altro dolce natalizio delle campagne bolognesi che cambia ricetta di casa in casa. 

Non posso ovviamente non menzionare il Tronchetto di Natale che, con la sua forma, ricorda quella di un pezzo di legno, rievocazione del ceppo di tronco di castagno o di quercia che, per tradizione, le famiglie contadine piemontesi di un tempo usavano conservare nella legnaia per scaldarsi la Notte di Natale, in attesa della Messa di Mezzanotte. Il capofamiglia, attorniato dai suoi cari, metteva il ceppo nel camino, lo benediceva con un segno di croce, lo bagnava con del vino rosso e nel dargli fuoco pronunciava la formula augurale:

«Si rallegri il ceppo, domani è il giorno del pane».

Da qui, la leggenda secondo cui il ceppo posto nel camino dovrà bruciare per le dodici notti che intercorrono tra il Natale e l’Epifania, in segno di buon auspicio. E dal mix di tradizione e leggenda, il tronchetto di Natale è un dolce sfacciatamente calorico ma irresistibile, preparato con uova, burro, mascarpone, crema di marroni, brandy, panna, cioccolato.

Infine, vi propongo lo Zelten, il dolce di Natale tipico del Trentino, un pane fruttato e riccamente speziato. Si tratta di una versione arricchita del pane fatto in casa, a base di frutta secca, canditi, uvetta. In tedesco “zelten” significa “a volte”, a evidenziare l’eccezionalità della preparazione del dolce solo nel periodo natalizio. Diffuso in tutto il Trentino Alto Adige, gli ingredienti cambiano di valle in valle, di famiglia in famiglia. Si può semplicemente provare a distinguere tra Zelten trentino, più povero di frutta ma con una quantità di pasta più grande, e Zelten sudtirolese bolzanino, in cui la quantità di frutta è più importante.

E come ben dice il grande Ernst Knam:

“L’arte di preparare dolci è molto più che saper eseguire ricette alla perfezione: è un vero e proprio gesto d’amore.”



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