25 Set Angelo Fortunato Formíggini
“L’ Europa nuova che dovrà sorgere dalle rovine della vecchia Europa dovrà essere civile e fraterna; non vi potrà essere fraternità se vi sarà oppressione di un popolo sull’altro, ma nemmeno se non ci sarà comunione di cultura fra i popoli. E converrà soprattutto che i popoli si conoscano nei loro aspetti più simpatici e umani”. Ridere, il suo pensiero, “è amore di vita”.
Uno dei protagonisti che ha contribuito a scrivere un capitolo essenziale della storia editoriale italiana è stato Angelo Fortunato Formíggini: visionario, ironico, fine osservatore della sua contemporaneità, arguto critico letterario, avido lettore, costante promotore del libro e della cultura fu l’ideatore dell’Enciclopedia italiana, la cui paternità gli fu poi sottratta dal grande avversario Giovanni Gentile e ancora fu lui a coniare la parola “editoria”, riviste e collane di successo e fu sempre lui a inventare la prima “biblioteca circolante”.
Ebreo di origini modenesi, Formíggini morì suicida, il 29 Novembre 1938, a seguito delle leggi razziali, gettandosi dalla torre Ghirlandina di Modena. Un gesto eclatante di protesta che gli organi di informazione deliberatamente ignoreranno.
La sua figura invita a una riflessione sui valori della convivenza, della democrazia e sul significato della cultura all’interno della formazione di una coscienza collettiva. Formíggini studiò prima a Modena, laureandosi in giurisprudenza, e poi a Bologna, dove conseguì una seconda laurea in filosofia con una tesi intitolata Filosofia del ridere con la quale evidenziò il ruolo conciliatore dell’umorismo.
Un interesse entusiastico e una forte curiosità guidarono le scelte editoriali di Angelo Fortunato Formíggini.
L’esordio editoriale avvenne a Bologna in occasione delle celebrazioni per la battaglia di Zappolino (uno scontro del 1325 tra Modena e Bologna), programmando la stampa di due volumi. Il primo era una raccolta di poesie di diversi autori, ispiratisi al poema eroicomico La secchia rapita, di Alessandro Tassoni, il secondo era una raccolta di saggi su Tassoni stesso, la Miscellanea tassoniana, impreziosita da una prefazione di Giovanni Pascoli.
Con la realizzazione della collana I classici del ridere, divenne pioniere del genere umoristico.
Durante il primo conflitto mondiale, la sua casa editrice, con sede a Genova, venne distrutta. Deciderà allora di trasferirsi a Roma e riprendere la sua attività editoriale. Qui, nel 1918, fonderà “L’Italia che scrive”, più conosciuta con l’abbreviazione ICS, uno dei primi e più originali mensili di informazioni bibliografiche. Nel 1921 darà vita all’Istituto della propaganda della cultura italiana.
Le origini ebraiche e la gioiosa filantropia fecero di lui un bersaglio del regime fascista a cui si aggiunse la crisi generalizzata dell’editoria italiana negli anni Trenta portandolo a problemi finanziari sempre più stringenti.
“Non posso rinunciare a ciò che considero un mio preciso dovere. Io debbo dimostrare l’assurdità malvagia dei provvedimenti razzisti”.
Sono le ultime parole che Angelo Fortunato Formíggini affida alla moglie in un messaggio scritto prima della sua scelta di togliersi la vita.
Nella sua ultima lettera Formíggini aveva chiesto di chiamare il pezzo di marciapiede dove cadde: “Al tvajol ed Furmajin” (il tovagliolo del Formaggino, in dialetto modenese).
Il segno vivo del passaggio su questa terra di un grande editore e straordinario personaggio.
Sai che la Torre Ghirlandina è il simbolo della città di Modena? Per conoscere la sua storia leggi qui: https://www.acasadilucia.org/2023/09/25/torre-ghirlandina/
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