A Casa di Lucia | SUITE FRANCESE
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SUITE FRANCESE

“Ma allora cos’è che ti conforta?”
“La certezza della mia libertà interiore” disse lui dopo aver riflettuto “questo bene prezioso, inalterabile, e che dipende sola da me perdere o conservare. La convinzione che le passioni spinte al parossismo come capita ora, finiscono poi per placarsi. Che tutto ciò che ha un inizio avrà una fine. In poche parole, che le catastrofi passano e che bisogna cercare di non andarsene prima di loro, ecco tutto. Perciò, prima di tutto vivere: primum vivere. Giorno per giorno. Resistere, attendere, sperare.”

Oggi voglio parlarvi di un bellissimo capolavoro di Irène Némirovsky, Suite francese.
Nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad Auschwitz, Irène Némirovsky compose febbrilmente i primi due romanzi di una grande «sinfonia in cinque movimenti» che doveva narrare, quasi in presa diretta, il destino di una nazione, la Francia, sotto l’occupazione nazista:Tempesta in giugno (che racconta la fuga in massa dei parigini alla vigilia dell’arrivo dei tedeschi) e Dolce (il cui nucleo centrale è la passione, tanto più bruciante quanto più soffocata, che lega una «sposa di guerra» a un ufficiale tedesco).
Suite francese, ha ricevuto il Prix Renaudot a titolo postumo, unica eccezione al regolamento che prevede la premiazione soltanto a scrittori in vita.
L’opera fu protagonista di un incredibile viaggio… Prima di essere anch’egli arrestato, il marito dell’autrice riesce ad affidare alle figlie una valigia contenente dei documenti, tra cui le bozze del romanzo: il manoscritto, per 50 anni, fu conservato dalla figlia maggiore in un cassetto perché ella riteneva che si trattasse di un diario scritto della madre e quindi troppo doloroso da leggere. Fu solo nel 1990 che le due sorelle decisero di aprire il contenuto del manoscritto che si presentava come una serie di appunti più o meno approfonditi. Iniziò così un lavoro di riscrittura fino alla pubblicazione nel 2004, a seguito della quale il libro ottenne un successo internazionale.
Suite francese è divenuto anche un film nel 2014.
Ecco cosa scriveva dell’autrice e della sua opera il grande scrittore e critico letterario, Pietro Citati, scomparso proprio pochi giorni fa:
“Quasi senza saperlo, per una specie di grazia infusa, Irène Némirovsky possedeva i doni del grande romanziere, come se Tolstoj, Dostoevskij, Balzac, Flaubert, Turgenev le fossero accanto e le guidassero la mano mentre lei scriveva sui suoi quaderni … Quando abbiamo finito di leggere le due prime parti di Suite francese, resta in noi una strana sensazione di letizia. Non sappiamo se essa dipenda dalla gioia nascosta sotto le tragedie della vita; o dalla felicità fisica di raccontare senza fine. Il tono volentieri lirico; l’eco melodiosa della frase; la ricchezza delle sensazioni; la bellezza della natura; gli animali quasi umanizzati; la luce del sole al mezzogiorno o al tramonto; il chiarore onnipresente della luna si sciolgono e si perdono nella fluidità della vita.”
Credo ci sia poco altro da aggiungere a questa recensione: Suite francese è una di quelle storie, un libro senza tempo, che entra di diritto a far parte dei classici, sia per le tematiche trattate, sia per il racconto dei personaggi così autentici e reali e per le descrizioni che divengono immediatamente immagini e scenari, sia per quell’incessante flusso di eventi che determina la storia, intrecciati alle vicende umane, di coloro che la storia l’hanno dovuta subire, e infine, ma non ultimo, il suo stile inconfondibile.
Paura, egoismo, coinvolgimento, passione, incomprensione,  fragilità, sottomissione e potere, dolore e rabbia, sono alcuni degli elementi presenti nel libro: è senza dubbio una di quelle storie che suscita un coinvolgimento pregno di forti sensazioni, spesso contrastanti, che portano inesorabilmente alla riflessione.
Letto in pochissimi giorni…ve lo consiglio vivamente!

…”Dicevano a se stessi che la ragione e persino il cuore potevano renderli nemici, ma c’era un’intesa dei sensi che niente avrebbe potuto spezzare – la muta complicità che lega con pari desiderio l’uomo innamorato e la donna consenziente.”



× Ciao!